Grazie, Presidente. Il percorso del Piano nazionale di ripresa e resilienza sta entrando nella fase viva dell'operatività e dei fatti. Alla fine di luglio il Parlamento ha approvato già un primo corposo provvedimento, il decreto-legge n. 77, recante norme acceleratorie e di snellimento delle procedure attuative dei programmi, insieme alle linee fondamentali della governance del Piano. Questo ha consentito, ad agosto, di ottenere una prima tranche di risorse pari a circa 25 miliardi di euro, che non rappresentano né una sovvenzione né un rimborso a piè di lista, ma solo la quota di avvio del Piano, emessa a fronte delle prime riforme messe in campo dal Governo, cui dovranno corrispondere progetti ed opere nei tempi stabiliti. All'inizio avremo più risorse per le riforme approvate, nel corso degli anni successivi ne avremo di più per i progetti e per le opere. Quindi è un piano programma complesso e non semplice da comprendere e da dominare per la nostra classe dirigente diffusa, per la nostra pubblica amministrazione, e che metterà a dura prova la nostra capacità decisionale e operativa, e parti della stessa forma democratica nel nodo cruciale del rapporto tra decisione e partecipazione. Quindi, quello che stiamo attraversando adesso è un passaggio estremamente importante nella definizione di provvedimenti come quello che ci apprestiamo a votare, che interessano un vasto campo di settori della vita economica e sociale del Paese, apparentemente distanti gli uni dagli altri, ma che alla fine ritrovano piena coerenza nella natura del Paese, segnata da grandi virtù e da grandi ritardi. Ce lo ha ricordato nei giorni scorsi l'ISPRA, presentando il suo rapporto sulla transizione ecologica: siamo un Paese leader nel campo dell'economia circolare, ma paghiamo, al tempo stesso, i danni di un trattamento illegale di rifiuti e di uno squilibrio grave nella distribuzione territoriale degli impianti.
Siamo il Paese con il più grande e vario capitale naturale del continente, con la maggiore varietà di specie animali e vegetali viventi, ma paghiamo pesanti prezzi con procedure d'infrazione per l'inquinamento atmosferico del particolato soprattutto nelle pianure produttive, con il maggior consumo di suolo, inquinamento e con un territorio fragile. Siamo il terzo Paese europeo con il maggior numero di chilometri di coste, in linea retta pari alla distanza tra Roma e Pechino, ma le nostre spiagge subiscono, anno dopo anno, gli effetti dell'erosione causata dal clima e dalla riduzione degli elementi naturali fluviali a causa di drenaggi incontrollati e del cattivo uso delle risorse idriche, con gravi danni alla coltura, alla pesca e al turismo.
Siamo, infine, il Paese che ha inventato l'urbanistica moderna nel Rinascimento, che ha svolto fino alla metà del Novecento un ruolo di avanguardia nella legislazione di settore, ma abbiamo le città più malmesse, meno inclini alla ristrutturazione, con infrastrutture fragili e spesso a rischio, come ci ha ricordato la tragedia di Ravanusa che ci riporta a quella di Agrigento del 1966. Questo è dunque il profilo delle nostre sfide. Il provvedimento che ci apprestiamo a votare mette in relazione esigenze e risposte per un primo pacchetto di misure che inizia ad affrontare parte di questi problemi, anche in relazione alla pandemia e per preparare le prossime tappe del piano.
Le misure sul settore turistico, fondamentale per il rilancio di una delle vocazioni più naturali del nostro Paese, anche in una chiave di sviluppo sostenibile, spingono nella direzione della digitalizzazione delle imprese, della riconversione energetica delle strutture, del sostegno finanziario diretto o con credito d'imposta delle imprese.
Il Partito Democratico ha proposto e ottenuto importanti integrazioni emendative, ampliando i benefici del credito d'imposta per l'avvio dell'attività, già previsti nel testo del Governo per le imprese giovanili, ad una platea ricompresa tra i 18 e i 40 anni di età ed estendendo, d'intesa con altri gruppi, le misure di sostegno diretto a valere su fondi MiSE al settore della ristorazione, gravemente e lungamente colpito dalla pandemia. Il decreto introduce numerose e importanti misure di semplificazione e accelerazione nel settore delle infrastrutture, delle opere pubbliche, degli interventi sulle città e sulle aree interne. Per ridurre i tempi di realizzazione delle infrastrutture ferroviarie si modificano le procedure di approvazione del contratto di programma tra Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e RFI, anticipando i tempi di elaborazione e trasmissione alle Camere, alla Conferenza unificata e, successivamente, al CIPES ed accentuandone il carattere strategico in relazione agli investimenti, alle innovazioni di sistema tecnologiche e, soprattutto, alle scelte di priorità. Si tratta di una parte fondamentale del decreto, perché costituisce uno degli impegni da onorare entro la fine del 2021, nel pacchetto delle riforme o cosiddette milestone del Piano. Il PD ha proposto e ottenuto un abbreviamento di questi tempi di trasmissione del documento strategico alle Commissioni competenti per poter esprimere il proprio parere con rapidità entro i trenta giorni stabiliti.
Riteniamo, inoltre, importante il contributo offerto dal Partito Democratico nella fase emendativa per quello che riguarda le semplificazioni per gli affidamenti delle opere pubbliche, di coordinamento normativo tra risorse, PNRR e fondi strutturali, per le garanzie di qualità e trasparenza nella fase dei progetti negli appalti integrati e la possibilità di partecipare ai bandi, anche in deroga ai piani pluriennali delle opere pubbliche, consentendo, quindi, anche ai comuni più in difficoltà di accedere alle risorse del PNRR. Abbiamo rivolto un'attenzione particolare al tema della riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico, con l'adozione di procedure concorsuali per la realizzazione di complessi di nuova generazione integrati tra aspetti architettonici, energetici e didattici.
Ancora, ricordo le semplificazioni procedurali per la ricostruzione dei territori colpiti da eventi sismici e dal dissesto idrogeologico; le integrazioni alle normative per i piani integrati che prevedano l'inserimento di interventi di housing sociale; piani integrati che rappresentano il primo programma organico e sistemico di interventi sulle città e sulle parti pubbliche delle città per un volume di investimenti di quasi 3 miliardi di euro in 5 anni.
Abbiamo rivolto, poi, un'attenzione particolare a tutto il campo della digitalizzazione della pubblica amministrazione, i cui contenuti fondamentali sono stati qui richiamati nel corso della discussione generale dalla collega Bruno Bossio e che puntano ad accrescere i livelli di interoperabilità tra diverse amministrazioni, a facilitare per le imprese e per le famiglie l'acquisto di beni e servizi per la gestione di programmi di welfare, per rendere più semplice la vita delle persone e più efficaci i servizi delle amministrazioni pubbliche, all'avvio della realizzazione del Polo strategico nazionale. Infine, voglio ricordare le misure finalizzate alla sperimentazione di nuovi programmi di ricerca in campo sanitario, rivolti alla cura dei tumori e delle malattie rare, con la creazione di una rete territoriale, in ogni regione e in ogni provincia, di un board per consulti interdisciplinari; infine, negli ultimi articoli, ci sono le misure stringenti rivolte a ottenere una collaborazione da parte delle imprese in materia di prevenzione antimafia.
La discussione che si è svolta nelle Commissioni è stata intensa e ha portato a integrazioni importanti, per le quali ringrazio, a nome del Partito Democratico e del nostro gruppo, il lavoro eccellente dei relatori Dal Moro e Pella. Il Partito Democratico, con il suo gruppo, come sempre ha onorato fino in fondo la propria funzione, la propria funzione parlamentare; lo abbiamo dimostrato anche in questa occasione con i nostri oltre 70 emendamenti approvati su temi decisivi che solo velocemente ho richiamato. Siamo convinti che potremo riuscire nella sfida più importante degli ultimi decenni solo facendo del Parlamento non il luogo della ratifica dei provvedimenti, non il luogo della contrapposizione, bensì il terreno della democrazia, del confronto, della proposta e del raccordo con il Paese reale. Noi vogliamo farlo guardando ad un'Europa sostenibile e più giusta, libera e accogliente, come ha ricordato in quest'Aula, pochi giorni fa, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, parlando di immigrazione, nella sua comunicazione sul Consiglio europeo. Un'Europa nella quale le frontiere non possano essere di razza o di sangue, dove le costruzioni di barriere, di muri e di fili spinati non sono che fragili parodie di tragedie che abbiamo già conosciuto. Questa Europa è quella che vogliamo costruire con altre forze e, anche per questo, il Presidente del Parlamento europeo, Davide Sassoli, ha voluto mettere a disposizione, nei giorni scorsi, la sua carica con un atto raro e generoso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quell'Europa libera, accogliente e aperta che immaginiamo anche pensando alla recente liberazione di Patrick Zaki, perché non esiste un'Europa più sostenibile se non fondata sulla libertà, sul rispetto dei diritti umani e dei diritti civili…
ROBERTO MORASSUT (PD). Mi avvio a concludere. Quell'Europa basata sul lavoro e sul rispetto del lavoro, e rivolgo un abbraccio commosso alle famiglie dei lavoratori morti a Torino (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ancora una volta vittime dell'insicurezza del lavoro, su cui dovrà fare piena luce la magistratura.
Con questo spirito, noi democratici sosteniamo l'azione del Governo e degli obiettivi che esso incarna ed il cammino che passo passo dovremo fare per il miglior conseguimento delle finalità del Piano. Anche questo provvedimento è dentro questo cammino, ne è un momento importante e, per questo, esprimo il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).